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Sin dal primo incontro le parole del committente hanno rivelato le attese ed i significati che l'opera avrebbe dovuto evocare. A quel punto la fase ideativa del progetto aveva conosciuto i suoi primi indizi e consolidato il livello di profondità con cui avrebbe dovuto confrontarsi.

Pur con dimensioni volumetriche assai ridotte si è deciso di individuare uno spazio interno visitabile.

Uno spazio intimo, raccolto e meditativo, che suggerisce, ad un tempo, una dimensione umana e spirituale, fisica ed astratta, un ambito definito e misurato nel quale si avverte una luce diafana ma evocativa.

La luce all'interno è la luce naturale introdotta dal foro-lama zenitale e molteplici rimandi vengono mutuati dai riflessi delle superfici di pietra lucida, che interagiscono con la sequenza musiva.    

Quest'ultima assume un valore simbolico di forte significazione: la metafora dell'infinito. Come nel giardino veneziano della fondazione Querini Stampalia “alternato” al rigore del non-colore del madreperla e del nero, l'oro delle tessere incarna il significato dinamico della luce perenne, qui le tessere divengono strumento espressivo per una successione matematica legata al rapporto aureo, assieme agli alri due colori: la decorazione diviene composizione. 

La composizione architettonica del monumento e la sua costituzione fisico-materica sottendono idealmente quindi alla essenza stessa dell'uomo: corpo e anima e ai complessi legami che li uniscono..

All'esterno la tomba appare discreta e severa, segnata dalla composizione della croce, l'intimità dell'interno è dedicata interamente alla famiglia.

Questa dicotomia di rapporti viene resa a carattere materico attraverso la variazione nel trattamento di superficie della pietra: lucida all'interno e grezza all'esterno del corpo architettonico. Nella prima metà del pavimento si rende intellegibile il passaggio tra l'esterno: il mondo fisico e lo spazio interno invece astratto, meditativo e spirituale.

 

 

crediti:

 

Artegna, Udine, 2009-2010

progetto e DL:                          Piero Siega

team:                                        Stefano Corradetti

fotografie:                                 Massimo Crivellari